FIRENZE. “Prima Poste Italiane annuncia la chiusura o la riduzione oraria di 101 uffici postali in Toscana, poi sospende il piano di riduzione giusto in tempo per l’avvio della campagna elettorale. Adesso, appena un mese dopo il voto, scopriamo che ci sono ancora 59 uffici da tagliare. E’ tempo di porre fine a questo balletto ai danni dei territori e dei cittadini. Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, lancia l’idea del boicottaggio. Ma Poste Italiane è un’azienda a totale capitale pubblico e il proprietario di Poste è il Ministero dell’Economia: Renzi ha qualcosa da dire oppure è d’accordo con i tagli? E’ verso il Governo presieduto dal segretario del suo stesso partito che Rossi deve far valere il proprio peso politico per impedire la chiusura degli uffici e non limitarsi ad alzare la voce”.
Lo afferma il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Giuseppe Brogi.

“Il servizio offerto da Poste Italiane è un servizio pubblico essenziale, soprattutto nei territori marginali e per le persone anziane – prosegue – Tuttavia, da alcuni anni, Poste Italiane, che ricordiamo è un’azienda a capitale totalmente pubblico, ha messo al centro del suo servizio i profitti derivanti dall’attività bancaria piuttosto che le l’accessibilità per tutta la popolazione. Oggi presenta un bilancio in attivo: bene, utilizzi questi introiti per garantire la presenza dei piccoli uffici postali nelle zone montane e collinari, quelli dove la posta, come la scuola elementare, la bottega di alimentari sono il fulcro di un paese, l’anima della comunità. Per tutto questo SEL sta conducendo a Roma, dove sono stati da tempo depositati diversi atti parlamenti al riguardo, e nei territori una battaglia nella quale non intendiamo arrenderci”.

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